MARCO SAYA EDIZIONI
Charlie
Gino Giacomo Viti, giovane poeta dei castelli romani, è alla sua seconda pubblicazione poetica; anche se, a sua detta, intende questo libro come il suo esordio assoluto. Ed è un esordio dall’effetto estremo: un canto, tanto alla vita quanto all’assenza, che prende nome e forma di Charlie, un fantasma che è forse l’anima stessa del poeta, che qui si fa specchio irriflesso e insondabile, risonanza di un io altro, sedimentato fin dalla nascita e oltre la morte. Un lavoro dalla struttura poematica e dai forti connotati lirici, pur essendo dialogico, e pregno di un intercalare tra gli spazi metrici e l’abbandono, quasi fosse liturgia d’addio e di testimonianza la poesia, che da un lato si canta mentre dall’altro prende forma come preghiera o celebrazione di rito. Ma non soltanto rito inteso come solennità promessa al vacuo o prolungata litania silenziosa; ma una sorta di esorcismo teso a risanare il male, il ritorno in superficie della vita che è consumazione e frantumi. Ed è da questi frantumi che il poeta risale la china dell’anima, e da quell’altitudine lui vede tutto piano il desiderio di sapere, tutto in bilico tra la notte e il rinnovarsi del giorno che verrà dopo; ed è con questi luminosi frantumi e da quei luoghi alti (e altri) che Gino Giacomo Viti ci regala momenti di vertigine amica e di vera e assoluta poesia.
Antonio Bux
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Gino Giacomo Viti, classe 1996, vive a Genzano di Roma. Studia Filosofia presso l’Università degli Studi di Roma “La Sapienza”. Suoi testi sono apparsi su alcune riviste (fra le quali “Atelier”, “Poetarum Silva”,“La Foce e la Sorgente”). La presente opera è stata selezionata fra le finaliste del “Premio Città di Como 2018”, nella Sezione Poesia Inedita.