MARCO SAYA EDIZIONI
EL SILENSI D’I FÖJ DRUÂ
Davide Romagnoli, giovanissimo autore milanese, esordisce alla grande in poesia con questa densissima raccolta concepita direttamente nel proprio dialetto natio; alla grande innanzitutto perché il poeta fa una scelta lontanissima da quella che potrebbe naturalmente maturare in un giovane della sua età, scegliendo per sé la lingua dei padri, degli antichi cantori; ma soprattutto perché l’autore si muove con intelligenza nelle sonorità coinvolgenti del vernacolo lombardo, per arrivare però a sottilissime e ultra contemporanee soluzioni estetiche; perché Romagnoli non solo arrischia e converge comunque i principi fondativi della poesia dialettale (data la commistione, presente in tutto il lavoro, tra un verso riflessivo, piuttosto colto, ad un più raccolto “resoconto” popolare); ma si fa anche e allo stesso tempo fabbro e scienziato, letterato e umile operaio. L’alchimia sembra riuscire, come sottolinea anche Franco Loi nella prefazione al libro - citando a sua volta Einstein - perché «Non si perviene alle leggi universali per via di logica, ma per intuizione. E l’intuizione non la facciamo noi, ma è possibile solo nel rapporto simpatetico con l’esperienza». Difatti Romagnoli, attraverso l’intuizione primitiva riesce, in questa originale connivenza di soluzioni foniche, ad offrirci poesie tanto carnali quanto intelligenti, visive ma anche materiche, logiche e, proprio per questo, attinenti direttamente dalla viva esperienza e dal vero sentire.
Antonio Bux