MARCO SAYA EDIZIONI
Giulio Maffii - Misinabì
Il mito è la distanza dai morti. Anche la cultura, a pensarci bene: noi sappiamo cose che loro non hanno più bisogno di sapere, e inoltre imparare è un modo di impossessarsi del tempo che scorre, una pre-occupazione. Anche la poesia lo è, tutto sommato. Lo dico perché mi sembra che un po’ di queste cose ci siano, sotto traccia, in questo libretto di Giulio Maffii, venti poesie, uscito di fresco. In cui ritroviamo certo molto di quanto mi era parso di vedere nel suo L’odore amaro delle felci, tanto che anche per questo libro mi sentirei di ripetere quanto dissi allora: “Per Maffii il discorso poetico è eloquio, nel senso più nobile del termine. Esplicitazione cioè di un pensiero che, prendendo le mosse da quelle (apparentemente) semplici constatazioni che solo il poeta sa cogliere, egli sviluppa con una lingua articolata e ricca che indica al lettore significati ineludibili e insieme ne suggerisce altri più segreti”. Tuttavia qui mi pare che ci siano meno constatazioni fattuali e ci sia un di più di “esoterico”, se così posso esprimermi, che l’articolazione del pensiero, qui essenzialmente una particolarissima meditazione sulla morte, sia orientata a un colloquio con sé e con chi non appartiene più a questa realtà. E nello stesso tempo, però, questo colloquio deve essere in qualche modo mediato, distanziato, in altre parole “esorcizzato”, per mezzo della potenza apotropaica della poesia. (Giacomo Cerrai)
Giulio Maffii ha diretto la collana di poesia contemporanea e plaquette per le Edizioni Il Foglio. Svolge opera di traduzione poetica. È stato uno degli organizzatori italiani del festival mondiale Palabra en el mundo.
Ha scritto articoli critici sulla poesia del Novecento. Ha all`attivo diverse pubblicazioni tra cui “L`umiltà del poco” (2010 Akkuaria), “L’odore amaro delle felci” (2012 Ed.della Meridiana) con cui ha vinto il premio Sandro Penna e il saggio “Le mucche non leggono Montale” (2013 Marco Saya Edizioni). Nella sua produzione c’è anche la raccolta di racconti “La caduta del tempo” (2008 Il Foglio). Suoi lavori sono stati tradotti in spagnolo, inglese e romeno.